ARTE TOSCANA DEL XVI SECOLO

IMMACOLATA CONCEZIONE

Statua in legno policromato
1590 – 1600
148 (h) x 46 x 38 cm
 

Di ignota provenienza ma di imponente misura, la statua ritrae la Vergine che come rapita da una visione improvvisa, volge lo sguardo verso l’alto. La figura indossa un’ampia tunica rossa e blu (i colori canonici della veste mariana) che avvolge i fianchi, ricadendo sinuosamente sui piedi, sotto i quali giace schiacciato il drago apocalittico o serpente antico, simbolo del peccato originale.

Da associare, per confronto, alla coeva statuaria destinata alle sacre rappresentazioni, la scultura riprende il tipo iconografico dell’Immacolata Concezione descritto nella Genesi (III, 15) e nel Vangelo di Luca (I, 28), dove Maria diviene madre senza colpa del Verbo Divino, vale a dire, fu preservata immune dal peccato originale, perché fin dal primo istante del suo concepimento fu ripiena di grazia, di quella grazia divina la cui privazione costituisce l’essenza del peccato originale in tutti gli altri discendenti di Eva.

La raffinata statua, da datare per ragioni stilistiche all’ultimo decennio del Cinquecento, si caratterizza per un piglio scultoreo non indifferente e per i tratti regolari e sereni della fisionomia della Vergine, esaltati da un modellato sensibile ed attento. Particolarmente suggestivo e da segnalare è poi il trattamento accurato dei vari elementi (il volto concentrato ma soave di Maria incorniciato dai lunghi capelli mossi, il folto panneggio degli abiti pesanti, le squame modulari del serpente – drago), frutto di una ricerca di monumentalità che contribuisce ad accentuare l’impressione solenne e celebrativa della virtus religiosa.